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È in pieno svolgimento alle FFS la stagione delle qualifiche

Valutazione del personale: occhi aperti

Obiettivi irrealizzabili e non quantificabili, come pure descrizioni del posto contestate e superate. Ci sono dunque buone ragioni di essere prudenti in occasione delle valutazioni del personale.

Personale a un bivio dopo il colloquio? Meglio tenere gli occhi ben aperti.

Nel corso del suo colloquio di valutazione un capo della circolazione dei treni ha ricevuto – e soltanto lui – da parte dei suoi superiori un obiettivo preciso: evitare i ritardi. Questo collaboratore ritiene, a giusta ragione, che ciò che gli si chiede sia troppo.

Stabilire obiettivi realisti

Presso le FFS la grande tendenza è di gestire il personale attraverso degli obiettivi. «Non c’è nulla da dire – osserva Barbara Spalinger, vicepresidente del SEV – fintanto che tali obiettivi sono realisti e quantificabili.» Nelle sue vesti di responsabile del servizio giuridico del sindacato, è confrontata spesso con obiettivi discutibili se non addirittura malintenzionati. «Gli obiettivi assegnati nel quadro dei colloqui annuali – aggiunge Spalinger – devono essere discussi e non semplicemente imposti dai superiori. »

Ancora problemi con la descrizione dei posti

In occasione della prima valutazione del personale dall’introduzione del nuovo sistema salariale ToCo, ecco riemergere un problema particolare: il documento di base per la valutazione dei/delle dipendenti dovrebbe essere la descrizione del posto. Quest’ultima è tuttavia un problema diffuso nell’applicazione di ToCo: queste descrizioni non sono in parte disponibili e in molti casi sono stati contestati da collaboratori e collaboratrici, il cui ricorso è ancora pendente. «Se, nel corso del colloquio di valutazione, non si usa la descrizione coretta o ne viene usata una contestata, il collaboratore o la collaboratrice devono notificare questo dettaglio nel modulo del colloquio; meglio sarebbe chiedere un colloquio con il diretto superiore», insiste Manuel Avallone.

Obiettivi che fanno ridere o piangere? Inviateci tutti i vostri esempi al SEV, Casella postale, 3000 Berna 6.

Intesa sugli obiettivi: una parola e due significati

Il vicepresidente SEV incaricato del dossier FFS, Manuel Avallone, punta il dito su un aspetto delicato: «In seno alle FFS, l’espressione intesa sugli obiettivi è stata finora compresa come una misura legata, nella maggior parte dei casi, a una minaccia di licenziamento. Diventa a dir poco problematico se ora questa espressione intesa sugli obiettivi sta a significare anche la fissazione di obiettivi annuali. » Le due cose si situano infatti a due livelli diversi: un’ intesa sugli obiettivi che interviene dopo una serie di ripetute mancanze, rappresenta l’ultimo mezzo di pressione delle FFS per richiamare il collaboratore ad un comportamento adeguato; nel peggiore dei casi costituisce l’ultima tappa prima di un licenziamento.

Quando, nella conduzione del personale, si opta per la via degli obiettivi, gli obiettivi annuali diventano uno strumento per definire, di comune accordo, la prestazione che sarà giudicata e valutata l’anno seguente. «Spesso veniamo a conoscenza di obiettivi che rappresentano semplici capricci dei capi», sottolinea Manuel Avallone, che chiede alle persone direttamente toccate di fare avere al SEV esempi di obiettivi bizzarri.

Spesso fonte di ilarità

«Dobbiamo ridere o piangere quando veniamo a sapere da un collaboratore che gli è stato chiesto di vegliare all’insieme della puntualità delle FFS?» si chiede Manuel Avallone.

pmo/frg