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76.mo congresso ordinario del SEV a Berna

Il SEV rivendica aumenti reali di stipendio

Il Sindacato del personale dei trasporti SEV quest’anno non accetta più la distribuzione di premi, ma esige che vengano concessi aumenti reali di stipendio in tutto il settore.

250 delegati di tutte le categorie professionali e delle commissioni del SEV hanno affrontato oggi a Berna, in occasione del congresso del sindacato, problemi sociali, del trasporto e sindacali. L’accento è stato posto sulle trattative salariali del prossimo autunno: “Ne abbiamo abbastanza dei premi, ora ci vogliono veri e propri aumenti salariali” ha esclamato il presidente del SEV Giorgio Tuti fra gli applausi. I premi delle casse malati continuano a crescere, ha aggiunto. Il SEV sta pianificando una campagna per ottenere aumenti reali di stipendio, per tutti i settori dei trasporti pubblici.

Un’altra importante trattanda del congresso è stata la politica dei trasporti in Svizzera e in Europa. Ospite del congresso, il direttore dell’Ufficio federale dei trasporti Peter Füglistaler ha illustrato i piani del Consiglio federale per il futuro sviluppo del trasporto pubblico in Svizzera. La pressione sul finanziamento delle ferrovie aumenta; viaggiatori e clienti merci dovrebbero metter mano di più al portamonete. I delegati del SEV possono capire, in parte, che non sia facile trovare i mezzi per finanziare questi progetti in modo duraturo. Ma denunciano il pericolo che possa essere minacciata la realizzazione del trasferimento del traffico.

Preoccupazione maggiore deriva poi dall’evoluzione in atto in Europa dove, attraverso il rilancio del primo pacchetto ferroviario, si persegue una nuova ondata di liberalizzazione, con la conseguenza di abbattere i diritti sindacali. Una loro delegazione ha perciò portato solidarietà, direttamente a Bruxelles, alle colleghe e ai colleghi della Federazione europea dei lavoratori dei trasporti ETF. Proprio nel momento in cui si svolge una manifestazione contro una nuova liberalizzazione e l’attacco alle condizioni di lavoro.

Altro ospite il presidente dell’USS Paul Rechsteiner che si è espresso contro l’economia egoistica e dei privilegi. Egli ha fatto riferimento al rapporto sulla ripartizione della ricchezza, presentato poco tempo fa dall’USS: mentre i redditi inferiori aumentano solo di poco, quelli alti crescono in modo massiccio. Ciò che causa un’ulteriore divaricazione fra ricchi e poveri: “praticamente tutto il maggior valore che noi tutti in questo tempo abbiamo creato, è andato a beneficio dei più favoriti.” Rechsteiner ha lanciato un appello per una Svizzera forte, citando in proposito due simboli: AVS e FFS. Ad entrambi il Sindacato del personale dei trasporti tiene molto. Ciò che fa del SEV un valido strumento  per una Svizzera orientata al futuro e sociale.

Il congresso del SEV ha quindi indicato la via da seguire per i prossimi due anni. Andreas Menet, presidente del personale del treno, e Roland Schwager, presidente del personale amministrativo, sono stati eletti presidente, rispettivamente vice-presidente del comitato. Ed ha votato alcuni documenti programmatici, in cui viene stabilita la politica futura del sindacato in materia di politica sociale, della politica contrattuale e sullo sviluppo del sindacato.

Nel suo discorso sulla situazione, il presidente Giorgio Tuti ha affermato che, oltre alla battaglia  contro la liberalizzazione e la demolizione della socialità, sono stati raggiunti alcuni risultati. Il SEV ha contribuito concretamente alla decisione della Confederazione di partecipare al risanamento finanziario della cassa pensione delle FFS e anche la conclusione di un nuovo contratto collettivo con le FFS è da considerare un successo, con particolare riferimento al proseguimento, per altri quattro anni, della protezione dai licenziamenti.

Giorgio Tuti ha definito un successo anche la riorganizzazione interna, avviata dal SEV due anni fa. Strutture più agili e chiare permettono di lavorare orientati al futuro, mentre una più efficace propaganda per reclutare nuovi membri ha permesso di rallentare sensibilmente la contrazione degli effettivi. Ma questo non deve permetterci di dormire su due guanciali, ha precisato Tuti ed ha lanciato un appello ai delegati, affinché si adoperino senza tregua ad applicare il motto “ogni membro recluta un nuovo membro”, per far crescere ancora il SEV.

Tuti ha concluso con una constatazione positiva: “Il SEV deve essere aperto e rimanere aperto, deve saper reagire ai cambiamenti ed essere pronto ad affrontare il futuro, senza paura, contribuendo alla sua costruzione. Lo stiamo facendo: questo è il nostro sindacato, un sindacato forte, aperto, credibile, combattivo nel presente, questo è il SEV del futuro.”