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Votazioni federali

AVS 21: Il 25 settembre ogni voto conterà – due volte NO

Il presidente del SEV e vicepresidente dell’USS Giorgio Tuti ha partecipato al lancio della campagna contro AVS 21: in un momento in cui i prezzi si impennano e si annuncia una stangata dei premi delle casse malati, il comitato referendario si batte anche contro l’aumento dell’IVA previsto nella revisione e dice chiaramente 2x NO il 25 settembre. No allo smantellamento dell’AVS.

Il presidente del SEV Giorgio Tuti più battagliero che mai! © Keystone / Anthony Anex

Parlando ai media lo scorso 1° luglio, Giorgio Tuti è stato molto chiaro: «Le rendite delle Casse pensioni sono in caduta libera. Per illustrare questa situazione, vorrei prendere l’esempio delle FFS. Il tasso di conversione del loro Cassa pensioni è diminuito negli ultimi anni: era del 6,515 % nel 2008, del 4,96 % nel 2020 e del 4,54 % dal 2023. Vediamo bene cosa sta succedendo: tassi di conversione più bassi = pensioni più basse». Ha messo inoltre questa riflessione in prospettiva ricordando che l’attuale riforma della LPP minaccia di smantellare ulteriormente il 2° pilastro: «Si tratta di pagare ancora di più per pensioni più basse».

Rispetto al 2° pilastro, l’AVS è solida e affidabile. I deficit multimiliardari previsti da decenni non si sono avverati. L’AVS ha chiuso i difficili anni pandemici 2020 e 2021 con un utile di circa 2,5 miliardi. Oggi ha un patrimonio di quasi 50 miliardi di franchi, che aumenterà ulteriormente nei prossimi cinque anni. Pierre-Yves Maillard, presidente dell’USS, ha sottolineato: «Chi vuole aumentare l’età pensionabile dice che dobbiamo lavorare più a lungo perché viviamo più a lungo. Ma la Svizzera lavora da tempo più a lungo. Abbinata allo straordinario aumento della produttività per ora lavorata, l’entrata delle donne nel mercato del lavoro retribuito negli ultimi decenni, ha aumentato in modo massiccio il volume di lavoro e il reddito soggetto a contribuzione, sostenendo le finanze dell’AVS. È per questo che dal 1980 abbiamo integrato 1,7 milioni di pensionati e continuiamo ad avere finanze sane».

7 miliardi sulle spalle delle donne

Vania Alleva, presidente di UNIA, ha ricordato il costo di AVS 21 per le donne: «Rispetto al reddito mediano, AVS 21 rappresenta una perdita di reddito di circa 26 000 franchi». In totale, la riforma costerebbe 7 miliardi sulle spalle delle donne. Vania Alleva ha sollevato un’altra questione: «Le donne anziane saranno spinte in disoccupazione. Invece di potersi prendere una meritata pensione a 64 anni, dovranno continuare a lavorare, in un mercato del lavoro molto duro per i dipendenti più anziani. Nessuna fascia d’età ha più disoccupati di quella tra 60 e 64 anni. Mostratemi un datore di lavoro che assume una donna di 64 anni per lavorare nella sua azienda a tempo pieno per un altro anno, ma non solo per il 20 % o il 30 % o come precaria. In realtà, queste donne finiranno per essere disoccupate, forse anche per ricevere l’assistenza sociale. È irrispettoso ed economicamente insensato».

Tutti e tutte in pensione a 67 anni o persino più tardi

Per la coalizione che ha lanciato il referendum, AVS 21 non è altro che l’inizio di un grande smantellamento dell’AVS e delle pensioni in generale. Per Giorgio Tuti, il prossimo passo del piano di smantellamento borghese è chiarissimo: innalzare l’età pensionabile per tutti! L’iniziativa pensionistica dei giovani liberali-radicali è già in Parlamento. Chiede non solo un aumento generale dell’età pensionabile, ma anche un collegamento tra l’età pensionabile e l’aspettativa di vita, che porterebbe l’età pensionabile a 67 anni o anche oltre.

L’altro grande attacco alle pensioni è già previsto con l’iniziativa «Sì a pensioni sostenibili ed eque (iniziativa delle generazioni)».

Veronica Weisser, capa lobbista di UBS, è anche membro del comitato d’iniziativa, il che la dice lunga sugli obiettivi di questa iniziativa: smantellare il primo e il secondo pilastro significa che tutti dovranno ricorrere sempre più al terzo pilastro privatamente, che è più costoso e più rischioso per tutti, ma che rappresenta un affare lucrativo per le banche e le compagnie di assicurazione.

Va ricordato che questa iniziativa prevede che l’età pensionabile venga periodicamente adeguata ai rendimenti finanziari. «Naturalmente verso l’alto, non verso il basso», insiste Giorgio Tuti. Che aggiunge: «Si vorrebbero introdurre pensioni ‹fluttuanti› o flessibili, anche se le pensioni vengono utilizzate principalmente per coprire costi fissi come l’affitto e i premi dell’assicurazione malattia. Questo è il piano borghese per smantellare l’AVS e le pensioni in generale». AVS 21 è quindi il primo passo; dire NO è una battaglia centrale. Il risultato sarà risicato e ogni voto conterà. «Dobbiamo fermare AVS 21 per arrestare lo smantellamento dell’AVS e lo smantellamento delle pensioni. Al posto di questo programma di attacco frontale ai diritti, è fondamentale rafforzare l’AVS», conclude Giorgio Tuti.

USS/ Vivian Bologna

Commenti

  • G. Escher

    G. Escher 14/07/2022 19:04:56

    Quand est ce que le SEV se rappellera que, plutôt d’être supplétif du Parti socialiste, se devrait d’être au service exclusif des cheminots...

    Remarque de la rédaction:
    Au SEV, c'est le Comité SEV, composé de représentants de la base, qui décide sur les recommandations pour les votations fédérales.