colpi di diritto

Visite mediche e terapie durante l’orario di lavoro

Le visite mediche rientrano nel tempo di lavoro?

La risposta dell’art. 329.3 del codice delle obbligazioni è purtroppo solo parziale: «il datore di lavoro deve concedere al lavoratore le ore e i giorni di libero usuali (...)» Questa disposizione non si riferisce tuttavia al tempo libero usuale, ma al tempo necessario per far fronte ad esigenze personali che non possono essere soddisfatte al di fuori del tempo normale di lavoro. Il datore di lavoro deve quindi ammettere anche esenzioni dal lavoro a breve termine, per esempio in caso di visite mediche. Diverse disposizioni, come CCL e regolamenti del personale, prevedono che le visite mediche siano «nel limite del possibile» da svolgere nel proprio tempo libero, in particolare da chi lavora a tempo parziale. Quando ciò non è possibile, ci si può in linea di principio comunque recare dal medico. La legge non dice però se questo tempo deve essere retribuito o meno. Per definire la questione, è possibile rifarsi alla prassi vigente nel settore o nella regione, anche se non sempre si giunge ad una conclusione vincolante. La maggior parte dei pareri (ma non tutti!) affermano comunque che le visite mediche siano da considerare come malattia o infortunio, quindi da considerare come tempo di lavoro retribuito. La questione si complica nei casi di terapie regolari su periodi lunghi che condizionano quindi la presenza sul posto di lavoro. Solo pochi regolamenti del personale o CCL prevedono qualcosa in materia, per cui è consigliabile chiarire in anticipo le modalità di conteggio del tempo. Il colloquio dovrebbe chiarire i punti seguenti:

  • La terapia è stata prescritta da un medico? Se non è il caso, dovrà essere praticata durante il tempo libero. In caso contrario, è il datore di lavoro ad avere un margine piuttosto esiguo per metterla in discussione. Egli ha infatti l’obbligo di fare tutto quanto ragionevolmente possibile per mantenere e migliorare la salute dei dipendenti. A maggior ragione, se la terapia si impone a seguito di un infortunio professionale.
  • Le mancanze dal lavoro sono prevedibili? Può anche essere che vi siano cambiamenti a breve termine che non sono influenzabili dal dipendente, che deve quindi poter frequentare la sua terapia, a meno di un’emergenza sul lavoro.
  • Il linea di massima, anche le terapie dovrebbero essere considerate tempo di lavoro. Ciò non è però sempre automatico, né vale automaticamente per il tempo del tragitto. Val quindi la pena regolare la questione in modo chiaro, tenendo presente che una terapia adeguata non è sempre ottenibile nelle immediate vicinanze e che il datore di lavoro non ha la facoltà di prescrivere il terapista. Ciò non significa d’altro canto che, per esempio, da Lugano si debba poter senza altro far capo al naturopata appenzellese o all’osteopata di Ginevra. In questi casi occorre quindi un certa dose di ragionevolezza e di comprensione reciproca per trovare una soluzione accettabile per tutti.
  • E per concludere: le terapie psichiche sono da considerare a tutti gli effetti al pari delle altre terapie!

Team protezione giuridica

Commenti

  • Espace Compétences SA, 1096 Cully

    Espace Compétences SA, 1096 Cully 11/11/2022 15:47:54

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