Un piccolo incidente può accadere rapidamente, soprattutto nel traffico. Ma quando un funzionario un po’ troppo zelante s’immischia, il fatto può trasformasi in un incubo.

Un conducente negli ingranaggi della giustizia

In un primo momento si trattava di un incidente con danni minori. Poi si è concluso con un grave caso giuridico.

È accaduto nell’Oberland zurighese: a causa di un cantiere, il conducente di un autobus ha dovuto prendere una deviazione. Siccome ad un tornante si era spostato troppo in avanti con il suo autobus, aveva dovuto retrocedere di circa 50 cm; durante questa manovra, ha sfiorato un’auto che era troppo vicino. Il danno era stato minimo, ma l’automobilista non ha voluto sentire parlare di un accordo pacifico. Sono state scattate le foto dell’- incidente e sono stati scambiati gli indirizzi. L’autista ha riferito dell’incidente alla centrale operativa. Ed è qui che inizia una storia assolutamente incredibile.

Una storia con tanti sviluppi

L’automobilista, per finire, ha voluto chiamare la polizia per una constatazione del sinistro. Il poliziotto e il suo vice hanno interrogato il conducente e redatto un rapporto. Il conducente ha presentato una richiesta di assistenza giuridica e ha così beneficiato dell’intervento di un’avvocata nel procedimento successivo. Oltre al conducente, sono stati interrogati anche un collega e l’automobilista. La prefettura competente ha infine accusato il conducente di aver fatto retromarcia in modo imprudente e di inosservanza agli obblighi di comunicazione, dal momento che l’automobilista, ha sostenuto che il conducente non aveva voluto dirgli il suo nome. La polizia ha creduto che il conducente avesse voluto inizialmente «scappare», ma alla fine questo punto non è stato mantenuto. Questo caso avrebbe dovuto costare al conducente una multa di 400 franchi e spese per 445.

Accanimento

L’avvocata fa ricorso e durante l’interrogatorio ha invano proposto di accettare una multa per manovra imprudente, a condizione di rinunciare all’accusa di mancato rispetto dell’obbligo di segnalazione. Il vice della prefettura comincia ad accanirsi, senza pensare ai costi generati. Da allora ci sono stati altri interrogatori. Quattro mesi dopo l’incidente, il passeggero dell’automobilista (suo fratello gemello), l’agente di esercizio e i due ufficiali di polizia sono stati interrogati per ore. Sono stati redatti decine di verbali traboccanti di errori nel contenuto e nella forma, e la seconda sentenza ha confermato la prima, con in più 75 franchi per costi aggiuntivi.

Contro tale decisione l’avvocata ricorre e quasi nove mesi dopo l’incidente, ecco la sentenza definitiva: il conducente viene condannato a una multa di 100 franchi solo per aver fatto retromarcia; la seconda accusa è venuta a cadere. Le spese sono state prese a carico per la metà dal cantone e il conducente riceve una (piccola) compensazione. Ma la protezione giuridica deve ancora coprire le spese legali per un totale di circa 10’000 franchi, causati da un assistente ottuso e dalle sue procedure lunghe e complicate. E siccome il cantone ha dovuto coprire anche una parte delle spese giudiziarie per questa storia allucinante, la vicenda è stata messa in sordina.

Servizio di protezione giuridica del SEV