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Colpi di diritto

Assegni familiari su base facoltativa

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I figli costano. Secondo una pubblicità attualmente diffusa in molti spazi, in Svizzera un figlio costa mediamente 370 000 franchi. Gli assegni familiari facoltativi erogati da alcune aziende in aggiunta agli assegni previsti dalla legge sono quindi più che benvenuti. Ma talvolta il SEV deve dare una spintarella per ottenere giustizia.

Anche l’impresa X, una società di trasporti locali, offre ai propri dipendenti assegni familiari facoltativi. Pascal, conducente di tram presso X, diventa padre e segnala prontamente l’evento all’ufficio del personale – ed è felice di ricevere le congratulazioni del datore di lavoro unitamente a un sonaglio per bebè. Ma la gioia si smorza un tantino quando si rende conto che la prima busta paga dopo la nascita del figlio non riporta nessun assegno familiare facoltativo. Pascal si informa presso le risorse umane e gli viene spiegato che l’indennità è legata al diritto agli assegni familiari legali. Anche la moglie di Pascal – sebbene attualmente in congedo di maternità – percepisce un reddito da attività lucrativa dipendente, ma poiché Pascal lavora in un Cantone diverso da quello in cui vive, mentre sua moglie lavora nel Cantone di residenza, per la legge è quest’ultima ad avere diritto agli assegni per il figlio.

Pascal si rivolge al SEV chiedendo se non possa far valere lui il diritto agli assegni familiari. Il SEV, che all’epoca ha appena approvato la disposizione CCL secondo cui il diritto agli assegni familiari facoltativi dipende dal diritto a quelli di legge, deve chiarire le basi legali. Infatti, quando il CCL fu stipulato, non esisteva ancora una legge federale sugli assegni familiari; ogni Cantone aveva le proprie regolamentazioni, in parte divergenti.

Le disposizioni federali sono entrate in vigore solo nel 2009 e disciplinano anche questo «concorso di diritti» che, nel caso in questione, svantaggia Pascal. In altre parole: se lavorano entrambi, i genitori non possono scegliere liberamente chi di loro riceverà gli assegni familiari, poiché le disposizioni della legge federale sono vincolanti. Il tenore è il seguente (art. 7 LAFam):

«Qualora più persone abbiano diritto agli assegni familiari per lo stesso figlio in virtù di una regolamentazione federale o cantonale, il diritto spetta, nell’ordine, a:

a. la persona che esercita un’attività lucrativa;
b. la persona che ha l’autorità parentale o che l’aveva fino alla maggiore età del figlio;
c. la persona presso la quale il figlio vive prevalentemente o è prevalentemente vissuto fino alla maggiore età;
d. la persona cui è applicabile l’ordinamento degli assegni familiari nel Cantone di domicilio del figlio;
e. la persona esercitante un’attività lucrativa dipendente con il reddito più elevato sottoposto all’AVS;
f. la persona esercitante un’attività lucrativa indipendente con il reddito più elevato sottoposto all’AVS.

Se i diritti agli assegni familiari del primo e del secondo avente diritto sono retti da ordinamenti di due diversi Cantoni, il secondo avente diritto ha diritto all’importo per il quale il minimo legale previsto nel suo Cantone supera quello dell’altro Cantone.»

Per Pascal, significa che avrebbe diritto agli assegni legali se sua moglie non lavorasse. Ne avrebbe diritto anche se lavorasse nel Cantone di residenza del bambino, in quanto guadagna più della moglie, cioè ha il reddito più elevato sottoposto all’AVS. Ma poiché sua moglie lavora nel Cantone di residenza della famiglia e quindi anche del bambino, e lui no, è lei ad averne diritto.

Il SEV interviene più volte, senza successo. Sostiene che vi è un’ingiustizia di fondo nei confronti dei dipendenti dell’impresa con figli. Perché la società X è attiva in diversi Cantoni e da tutti questi riceve degli indennizzi. Perché i suoi dipendenti vivono in diversi Cantoni. E anche perché il Cantone in cui ha sede X non prevede alcuna correlazione tra gli assegni familiari legali e quelli facoltativi. L’impresa X non si lascia convincere nemmeno da quest’ultimo argomento.

Passano alcuni anni. A scadenze regolari Pascal rammenta al SEV il problema. E finalmente ci siamo: durante l’ultima revisione del CCL, X si dimostra conciliante. E così, dal 1° gennaio 2021 Pascal riceve i tanto agognati assegni familiari facoltativi – per l’intera prole, frattanto raddoppiata!

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